L’Emergenza sviluppa la creatività

Racconti di un periodo diverso dal solito

I giovani godigesi, assieme ai loro animatori, ci raccontano come hanno vissuto la loro quarantena, un periodo diverso dal solito, ma che ha permesso loro di sviluppare anche la creatività.


2° Media

Ci siamo trovati all’improvviso a sospendere le nostre attività ed i nostri incontri. Non è stato facile, soprattutto all’inizio, ma con grande forza e la voglia di trovare una soluzione, complice l’aiuto di Don Stefano, abbiamo intrapreso anche noi la strada delle videochiamate. Connessioni che saltavano, conversazioni poco chiare…poi però ci siamo dati coraggio ed è stato un modo per tenerci compagnia, per continuare un percorso che altrimenti sarebbe finito senza una vera e propria conclusione. Abbiamo visto negli animatori la voglia di mantenere i contatti con i loro animati, dando loro la possibilità di proseguire il cammino di fede in preparazione alla cresima e l’impegno nel creare nuove attività che li coinvolgessero direttamente anche attraverso la videochiamata. Fede, amicizia e spirito di adattamento sono stati il collante ideale anche in questi momenti difficili per dare continuità alle proposte della nostra parrocchia.

Claudia e Federico, responsabili del gruppo

Un gruppo di seconda media (2007) in Videoconferenza, assieme a Carlo Breda (seminarista)

3° Media

A inizio quarantena, quando ancora non immaginavamo che non avremmo più visto nessuno oltre ai nostri familiari per più di due mesi, Don Stefano ci propose di continuare il percorso di catechismo. A inizio Marzo avevamo già iniziato a seguire le lezioni universitarie e le riunioni importanti sulle piattaforme virtuali. Mancava solo il catechismo all’appello. E così abbiamo accolto la proposta, magari strabuzzando un po’ gli occhi. Non nascondo che all’inizio è stata un po’ una fatica: dopotutto non ci vedevamo solo da pochi giorni e quindi i ragazzi non avevano tutta ‘sta voglia di collegarsi su Zoom e di stare un’ora a chiacchierare e riflettere assieme. Dopotutto all’inizio si sentivano ancora in vacanza e in vacanza, si sa, non si fa catechismo.

Poi però i giorni sono iniziati a passare e la mancanza e il bisogno che un quattordicenne ha di stare con i propri coetanei hanno iniziato a farsi sentire. E così anche noi animatori con stupore e gioia abbiamo iniziato a sentire i nostri ragazzi raccontarci le loro giornate, ridere assieme, a mettersi in gioco “a distanza”, fino ad arrivare nell’ultima lezione a chiederci di poter continuare a vederci con questa nuova modalità. Per concludere sicuramente mi auguro che questa esperienza non si debba ripetere perché ovviamente nulla può sostituire la vicinanza fisica, gli abbracci, le pacche sulle spalle e le esperienze condivise a cui abbiamo dovuto e dovremo rinunciare, però non posso che constatare la positività di questa soluzione all’emergenza, che ha consentito ai ragazzi di sentirsi un po’ meno soli e un po’ più parte di un gruppo dove sanno di essere accolti e voluti bene.

Gloria Luison, animatrice

Un gruppo di terza media (2006) in Videoconferenza

1° Superiore

La prima superiore durante il lockdown non si è fermata, ma ha continuato a trovarsi in videochiamata! Abbiamo parlato di come stavamo vivendo a casa, di quello che ci mancava e non vedevamo l’ora di tornare a fare, dell’amicizia, abbiamo pregato assieme… il tutto con alcune attività più “multimediali”: attraverso immagini e musiche che condividevamo sui nostri monitor per sentirci più uniti e vicini! Alla fine di questo lungo periodo abbiamo chiesto loro di mandare a noi animatori un video in cui raccontavano l’attività preferita, come hanno vissuto i gruppi in quarantena o cosa vogliono ricordare di questi mesi… eccone alcuni estratti!

  • Marta Simonetto – Prima degli incontri mi sentivo felice perché avevamo la possibilità di incontrarci, di riunirci e di parlare nonostante la quarantena.
  • Irene Civiero – L’attività che mi è piaciuta di più è stata quella dei vasetti, mi è piaciuto un sacco completare la scheda, raccontare agli altri le mie esperienze e ascoltare le esperienze degli altri. Mi manca un sacco andare ai gruppi al venerdì sera, mi manca parlare con il mio gruppo, mi mancano tutte le attività che gli animatori ci preparavano il venerdì sera. Mi manca proprio tanto il mio gruppo.
  • Rudy Bonaldo – L’attività che mi è piaciuta di più è stata quella sull’amicizia, perché in questo momento l’amicizia è la cosa che conta di più al mondo.
  • Alessandra Civiero – L’attività che mi è piaciuta di più è stata quella sull’amicizia: mi ha fatto riflettere e ho capito che l’amicizia non è una cosa così scontata come si pensa.
  • Davide Santi – una cosa che mi hanno insegnato i gruppi è quanto sia importante l’amicizia nella vita di una persona perché gli amici possono aiutarti nei momenti difficili e aiutarti a raggiungere obiettivi che da solo non riusciresti a raggiungere.
  • Anna Caccaro – mi è piaciuto rispondere alle domande proposte e quelle sul Vangelo perché molto spesso gli argomenti trattati si riflettevano sulla nostra vita. È stato un modo per riflettere e pensare meglio.
  • Eleonora Santi – L’attività che mi ha insegnato qualcosa è stata quella del @poivorrei (su quello che desideravamo rifare dopo la quarantena), perché per farla ho dovuto pensare a cosa faccio normalmente nelle mie giornate e alle persone che vedo. Mi ha fatto capire quali sono le persone e le cose cui tengo veramente
  • Elena Martinello – L’attività del @poivorrei mi ha fatto capire il valore delle piccole cose che per un periodo non abbiamo più potuto fare.
  • Ilaria Marcon – Io ricorderò di questa quarantena come un momento positivo, nel quale sono riuscita a stare con la mia famiglia e imparare nuove cose.
  • Benedetta Strippoli – Io nel mio diario per questa esperienza mi appunterei di non dare più nulla per scontato, anche ad esempio passare tempo con la mia famiglia e i miei amici, cosa che in questo tempo non ho potuto fare.
  • Eleonora Silvestri L’attività che mi è piaciuta di più è stata quella sulla musica: ognuno condivideva al gruppo la canzone che in questo tempo lo accompagnava spiegando il motivo per cui lo ha aiutato. Io ho scelto una musica che mi ha aiutato molto in questo tempo.
  • Mattia Stangherlin – Durante la quarantena ho imparato un sacco di cose: fare magie con le carte, cucinare, fare dolci… e sono anche buoni!
Un gruppo di prima superiore (2005) in Videoconferenza con Carlo Breda, seminarista

 2° Superiore

Per molti mesi ci siamo sentiti ripetere che la quarantena sarebbe stata un’opportunità di crescita per i giovani e di sfruttare questo periodo di isolamento forzato per migliorarci! Riteniamo, però, che non sia andata proprio così per tutti… Con i gruppi dei giovanissimi è stata adottata la strategia di incontri settimanali su piattaforme virtuali per mantenere i contatti con i ragazzi; questo metodo ci ha dato la consapevolezza di quanto sia fondamentale la relazione interpersonale nella nostra vita. Inizialmente sembrava un metodo valido per non perderci, ma con il passare del tempo i ragazzi erano meno partecipi durante l’incontro e facevano fatica a distinguere quella videochiamata da una delle loro lezioni scolastiche; molti purtroppo non si sono mai collegati e altri facevano fatica a partecipare in modo attivo all’incontro!

Gli animatori di 2° superiore insieme a don Stefano in Videoconferenza

Durante il lockdown ci hanno espresso un senso di malinconia e frustrazione per i mesi della loro adolescenza che stavano “sprecando” e per le esperienze da sedicenni che stavano perdendo; a noi animatori faceva quasi sorridere questa cosa, ma credo che ci faccia capire quanto sia grande il loro bisogno di avere dei rapporti vivi, che si costruiscono e rafforzano proprio in questa fase dell’adolescenza.

Grazie alla tecnologia non abbiamo perso l’opportunità di comunicare e tenerci in contatto, è stata un’esperienza di vita che ci ha segnati e ci ha permesso di raggiungere nuove consapevolezze, ma non possiamo negare che incontrarsi occhi negli occhi ha tutto un altro sapore.

Arianna, animatrice


 3° Superiore

Ciao! Siamo i ragazzi di terza superiore. A Natale abbiamo avuto l’occasione di andare a trovare alcuni nonni del nostro paese, per passare un po’ di tempo con loro e per scambiarci gli auguri. È stato un bel momento perché il confronto generazionale ci ha permesso di passare del tempo all’insegna della condivisione e dell’ascolto reciproco. Avremmo tanto voluto fare lo stesso in occasione della Pasqua, ma a causa della situazione dovuta al Covid-19, non è stato possibile. Nonostante tutto, abbiamo trovato il modo per far sentire loro la nostra vicinanza, attraverso delle lettere gentilmente consegnate dalla Protezione Civile nelle quali, oltre agli auguri, abbiamo raccontato come stavamo passando quel periodo tra scuole chiuse e lezioni dal computer. Ecco un breve estratto:

“Io, Riccardo, gioco a pallacanestro; io, Xawyer, mi alleno a calcio in giardino; io, Francesco, disegno; io, Tommaso, sto scoprendo la cucina, ho preparato tante torte! Ci stiamo rendendo conto che abitare a Godego è una bella fortuna perché siamo circondati da tanti bei paesaggi e abbiamo l’opportunità di riscoprire suoni naturali che molti di noi avevano dimenticato. Siamo sicuri che queste misure ci consentiranno di tornare ad una vita normale e, anche se qualche volta è difficile rispettare tutte le regole e rallentare i nostri ritmi, ognuno di noi deve impegnarsi per fare in modo che questo periodo sia il più breve possibile. Non vediamo l’ora di rivederci e scambiarci racconti di vita. Sicuramente non sarà la prima volta che leggerai questa frase, ma noi ne siamo pienamente convinti: ANDRÀ TUTTO BENE!
I ragazzi di 3a superiore (2003)


 4° Superiore

dalla lettera scritta dai ragazzi di 4° superiore a don Stefano
Come potrai immaginare, anche noi in questo periodo ci stiamo ponendo molte domande e inevitabilmente ci stiamo mettendo in discussione, riflettendo su ciò che abbiamo e che ci può essere tolto. La quarantena ci sta facendo vivere una situazione che non credevamo possibile. Molte cose sono cambiate, tanti nostri progetti ed aspettative sono svaniti o per il momento si trovano in stallo, in un limbo. In primis, la nostra routine è cambiata notevolmente. Prima, la mattina, facevamo le corse per essere in stazione in tempo per prendere un treno che ci portava verso i noiosi banchi di scuola. Adesso facciamo le corse per essere in orario davanti al computer per seguire lezioni a distanza, lezioni prive di relazioni e contatti, lezioni che ci fanno rimpiangere la scuola, quella vera.

La classica concezione del tempo è svanita, le ore ed i giorni non sono più gli stessi. Prima non vedevamo l’ora che arrivasse il weekend per fare qualcosa di diverso, per vedere amici, per fare festa, per fare grigliate, per mangiare una pizza assieme… ci mancano anche gli interi pomeriggi e le serate passati in oratorio. Prima la domenica mattina significava stare a casa per recuperare le forze dal sabato sera appena trascorso, adesso la domenica mattina è pigiama, colazione e don Gerardo in diretta streaming dal Santuario della Madonna della Crocetta.

Stiamo vivendo anche i rapporti con i nostri amici in maniera diversa. Prima gli abbracci, le strette di mano e le chiacchierate spensierate. Adesso le risate attraverso uno schermo del cellulare o del computer non hanno più lo stesso sapore. Adesso i gesti che davamo per scontato ci mancano da morire.

In famiglia prima i rapporti erano più distaccati, capitava che facevamo fatica a vederci tutti assieme. Talvolta i nostri genitori erano fuori per lavoro, adesso non sembra neanche vero averli a casa tutto il giorno, tutti i giorni. Anche le piccole cose della quotidianità vengono ritrovate: la colazione, il pranzo e la cena in famiglia, serate trascorse con i giochi da tavolo, a guardare film e serie tv in salotto, a chiacchierare come non si faceva da tanto tempo. Ma come ovvio che sia, non ci sono solo aspetti positivi di questa convivenza forzata. La presenza costante dei genitori e dei fratelli causa nuovi motivi di conflitto. Le quattro mura di casa a volte ci risultano troppo strette e ci sale quella voglia di “evadere”.

Avevamo tanti programmi, tanti progetti: le feste dei 18 anni, le gite scolastiche, la patente, le vacanze a Jesolo con gli amici, il campo-scuola, i viaggi studio. Adesso c’è il rimpianto di non poterle fare ma c’è anche la speranza, o meglio la sicurezza, che, quando si tornerà alla normalità, recupereremo tutto e godremo con ancora più consapevolezza ed autenticità quanto accadrà intorno a noi.

Gruppo di quarta superiore (2002) in Videoconferenza

Gruppo Emmaus

Dopo aver dedicato tempo ed energie per la preparazione della festa di carnevale dell’oratorio, i ragazzi hanno ben presto dovuto fare i conti con la dura realtà della quarantena. Abituarsi alle nuove regole è stato indubbiamente faticoso: lezioni universitarie sospese, attività lavorative fermate, relazioni sociali ridotte all’osso. Ma tutto questo non li ha scoraggiati e, ben presto, hanno imparato ad accettare la realtà e riscoperto la voglia di mettersi in gioco, partecipando attivamente alle attività che venivano loro proposte nell’ambito del percorso di preparazione che li vede tutt’ora protagonisti. È forse questa la risposta più bella, in un contesto generale segnato da tante, forse troppe, risposte mancate. Una risposta che, inoltre, fa ben sperare in vista della proposta di servizio che li attende. Certo, le incertezze, i dubbi e le paure non mancano nei loro pensieri, ma se intraprenderanno il cammino del servizio con lo stesso spirito con cui hanno affrontato la realtà della quarantena, i risultati non potranno che essere positivi!

Giovanni, Giovanna e Filippo, animatori del gruppo Emmaus