Cari ragazzi e cari animatori,
Come va? Spero come sempre che la salute vostra e della vostra famiglia sia a posto.
Non so come state vivendo questi giorni un po’ strani, di passaggio ma anche un po’ di confusione. È bello sapere che pian piano le cose migliorano: abbiamo tirato tutti un sospiro di sollievo! In questi giorni, dopo tanti mesi, ha anche piovuto finalmente. È bello il rumore e buono l’odore della pioggia. Penso che sia la terra sia noi avevamo bisogno di un po’ di ristoro.
Ho però sempre il timore che ci venga un po’ facile dimenticare. Vi ricordate ancora che c’è stata la pandemia, che la gente moriva, che le strade erano deserte e ci siamo chiusi dentro? Vi ricordate i sentimenti che abbiamo provato, l’applauso dai balconi, la prima volta che hanno suonato le campane, gli arcobaleni che abbiamo disegnato o postato? A volte da alcuni discorsi e comportamenti sembrerebbe di no…
Ma io chiedo: ripartire senza aver imparato dall’esperienza vissuta, a che cosa serve? Non far tesoro delle cose che in una situazione così drammatica abbiamo capito, non sarebbe uno spreco troppo grande? Non essere cambiati, non renderebbe senza senso i sacrifici che abbiamo fatto noi e altri più di noi?
Certo, la vita pian piano – e in qualche caso neanche tanto piano – riprenderà. Fatiche e rinunce, in realtà, ne avremo forse ancora molte da fare. Penso allora che valga la pena ora, mentre si riparte, chiederci dove vogliamo andare e come vogliamo essere. Tu cosa rispondi? Pensaci.
Vi dico cosa sogno io per il dopo-pandemia. Io sogno di poter sentire il ritorno alla normalità come un dono che pian piano si riceve ringraziando e non come una conquista da avere il prima possibile e a tutti i costi. Io sogno di aver imparato che la vita delle persone è più importante dei soldi. Spero di essermi convinto che da soli non si va da nessuna parte, mentre insieme si possono fare cose più grandi e più belle. Spero di aver capito che ho tante cose a cui posso rinunciare per aiutare chi ha meno di me; e non per fare la carità, ma per giustizia. Sogno di aver imparato non solo a rispettare le regole per il bene degli altri, ma anche a fare qualche gesto in più, anche se non sarebbe obbligatorio. Spero di aver imparato a prendere magari un voto in meno o a preparare un po’ peggio la predica e però fare una telefonata in più a casa.
Infine, sogno qualcosa per voi, ragazzi e giovani: sogno che siate riusciti ad imparare dai vecchi a ricordare, a fermarvi, a pensare; che sappiate sentire come vostro il dolore degli altri e a pensare al bene di tutti. Spero che alla fine abbiate capito che vale la pena studiare, imparare, prepararvi per essere persone di valore; che abbiate imparato a resistere e ad apprezzare il poco che c’è. Infine, sogno che almeno un po’ di più abbiate imparato ad affidarvi a Gesù e a vivere con Lui le cose difficili della vita.
Dite che è troppo? Io ci provo: in fondo basta che ciascuno di noi ci creda e inizi a cambiare sé stesso.
Il vangelo di domani ci parla di Gesù Buon Pastore (Gv 10,1-10). È un’immagine molto bella per pensare a Gesù: le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori; cammina davanti a esse e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce.
Significa innanzitutto che Gesù è un amico: ci conosce in modo profondo, per nome, ci vuole bene così come siamo, con tutto ciò che fa parte di noi. È bello quando un amico dice il nostro nome, no?
Ma oltre che un amico, Gesù è anche una guida: una guida con una voce forte e sicura, che è bello ascoltare e ci dà pace, perché ci fidiamo. Una guida che cammina davanti a noi, che affronta le cose per prima, che non ci manda allo sbaraglio. E poi una guida che ci fa uscire: uscire da noi stessi, dal nostro egoismo, dalla lamentela, dai nostri piccoli problemi che diventano giganti, dalle cose che ci bloccano. Quanto bisogno abbiamo in questo tempo di una guida così! Signore, guidaci tu adesso e aiutaci a seguirti.
Ho pensato a questa canzone (link) perché a volte cadere nel fango può far bene. Io lo so che non sono solo anche quando sono solo: spero vi sia capitato in questi giorni. La tele dice che le strade son pericolose: è vero, ancora per un po’. Il profumo dei fiori, l’odore della città, il suono dei motorini, il sapore della pizza, gli incroci possibili in una piazza: cose di cui stiamo riscoprendo il valore. Un mondo che sta insieme solo grazie a quelli che hanno ancora il coraggio di innamorarsi e di alzarsi e smettere di lamentarsi: forse questa è la vostra/nostra parte da oggi.
Buona continuazione ragazzi. Siate felici e responsabili. Buona domenica e a presto,
Ciao!
don Stefano
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