Cari a tutti,
Come state? Spero bene.
Penso che questa sarà l’ultima lettera. Quando il 26 febbraio ci siamo a trovati a non poter celebrare le Ceneri, ho pensato di scrivervi. Non immaginavamo ancora tutto quello che sarebbe successo. Poi la chiusura è andata avanti, la situazione si è fatta più seria e così questo è diventato uno dei nostri modi per comunicare, riflettere e ascoltarci. Spero vi sia stato utile e vi abbia fatto piacere.
Quando si è nell’incertezza, capita che ci siano cose che sentiamo dentro di dover fare, che intuiamo essere importanti ed essere la cosa giusta. Per me è stato così in questi mesi: mi è sembrato che Gesù mi chiedesse di condividere con voi questo tempo. Le lettere, le video chiamate, i messaggi, i video, le preghiere, le attività ci hanno permesso di restare insieme e aiutarci ad attraversare la pandemia.
Per questo vorrei ringraziarvi tutti, ragazzi e animatori, per essere rimasti al vostro posto e, nonostante tutto, aver continuato il vostro servizio e il vostro cammino. È in questi momenti che si vede la verità di ciò che siamo e di ciò che facciamo: quando esserci o no fa la differenza.
Ora possiamo dire che inizia una nuova “fase”, anche per noi. Sappiamo che non è tutto finito, che ci sarà ancora da fare attenzione e da rinunciare a qualcosa. Abbiamo ancora davanti qualche settimana di scuola, qualcuno avrà gli esami in modalità tutte da scoprire, qualcun altro sta rientrando al lavoro anche qui in condizioni non sempre semplici. Per quanto riguarda noi in parrocchia, ci aspettano gli ultimi incontri dei gruppi e poi un’estate che non sappiamo ancora come sarà: se e quando riaprirà l’oratorio, se si farà il Grest, se si faranno i campiscuola, se faremo attività di altro tipo… Insomma, qualcosa cambia, finalmente, ma non sarà proprio tutto facile.
Come si affronta un tempo così incerto? Io credo facendo tesoro di quello che abbiamo vissuto. Il passato, la memoria, sono una ricchezza importantissima per affrontare il futuro. Siamo abituati purtroppo a finire le cose e dimenticarle: passata la pandemia? Via la fase 2 e possibilmente anche la 3! Non lasciatevi trascinare, ragazzi. Fermatevi un attimo, ora, e segnate su un quaderno, una bacheca, un file o un post-it le cose più importanti che avete imparato e provato in questi mesi. Un ragazzo di 3° media diceva: i nostri nipoti ce le chiederanno. Queste cose devono diventare parte di noi, delle persone che siamo e saremo.
Nel vangelo di domani Gesù parla ai suoi amici durante l’ultima cena (Gv 14,1-12).
Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Se c’è una cosa che dobbiamo aver imparato in questo tempo è che possiamo non aver paura perché Dio ha cura di noi. Certo, continueremo a stare insieme ed aiutarci; continueremo a stare al nostro posto per tutti coloro avranno bisogno di noi. Ma per avere sempre forza e speranza ora sappiamo che possiamo fidarci di Gesù: Lui non ci ha abbandonati in questi mesi, non lo farà neanche adesso.
In questi mesi abbiamo pregato, anche tanto: da soli, in famiglia o insieme al gruppo. Io sento nel cuore che queste preghiere sono servite, ragazzi! Hanno aiutato noi e i nostri cari ad essere forti e sereni, hanno custodito la salute di chi è intorno a noi e ci hanno aiutato a condividere il dolore delle persone lontane.
Gesù poi nel vangelo ci parla di una dimora, una casa che Lui prepara per noi. Abbiamo riscoperto il valore della casa: una casa che ci ha protetti, una casa con le persone che amiamo, una casa che ci è mancata se eravamo lontani, una casa che ormai ci va un po’ stretta. Forse però più di tutto abbiamo capito che c’è anche una casa più grande che ci manca e a cui vogliamo bene: la nostra comunità.
Gesù alla fine dice: Io sono la via, la verità e la vita. Abbiamo sentito il bisogno di essere guidati sulla via giusta da una Guida giusta, abbiamo scoperto che la verità non è sempre scontata, abbiamo capito che la vita di tutti è un bene troppo prezioso. Signore Gesù, aiutaci a non dimenticare tutto questo.
L’ultima canzone viene dai ragazzi di 4° superiore (link). Caro amico ti scrivo: forse scrivendoci siamo diventati un po’ più amici. Si esce poco la sera, si sta senza parlare per intere settimane: l’anno della canzone assomiglia molto al nostro. Ma la televisione ha detto che il nuovo anno: anche ora ci sono mille previsioni di come andrà. Credo però che il senso sia alla fine: l‘anno che sta arrivando tra un anno passerà. Io mi sto preparando: è questa la novità. La vera novità per il futuro è che voi vi prepariate ad essere persone migliori.
Buona domenica e buona strada,
Ciao!
don Stefano
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