Giovani e Animatori – 7° Lettera di don Stefano

Ciao ragazzi, come state? Prima di tutto tanti auguri di buona Pasqua ancora a tutti voi e alle vostre famiglie (diteglielo però)! Sapete che la risurrezione di Gesù è così incredibile che ha cambiato anche il valore del tempo e un giorno dura 8 giorni! Per cui oggi è ancora il giorno di Pasqua!

Mi sembra questo un pensiero che può farci bene, perché tutti stiamo vivendo il tempo in modo un po’ strano in questo periodo: tempo che non passa mai, tempo che non sappiamo come riempire, tempo intasato di video-chiamate o video-lezioni, tempo tutto uguale da non distinguere più i giorni, tempo che non sappiamo quando finirà… Gesù con la Pasqua ci insegna una cosa (una cosa che dicono anche i filosofi – lasciatemi un minimo di soddisfazione!): il tempo siamo noi e lo facciamo noi! Gesù ha scelto di fare un gesto enorme, dare la vita per amore, e questo ha cambiato per sempre il tempo di tutti! Per questo si risorge!

Mi sembra questo un pensiero che può farci bene, perché tutti stiamo vivendo il tempo in modo un po’ strano in questo periodo: tempo che non passa mai, tempo che non sappiamo come riempire, tempo intasato di video-chiamate o video-lezioni, tempo tutto uguale da non distinguere più i giorni, tempo che non sappiamo quando finirà… Gesù con la Pasqua ci insegna una cosa (una cosa che dicono anche i filosofi – lasciatemi un minimo di soddisfazione!): il tempo siamo noi e lo facciamo noi! Gesù ha scelto di fare un gesto enorme, dare la vita per amore, e questo ha cambiato per sempre il tempo di tutti! Per questo si risorge!

Che c’entra con noi? C’entra, perché anche noi con i nostri gesti e le nostre scelte possiamo cambiare almeno un po’ il tempo che stiamo vivendo. Un gesto diverso dal solito, piccolo o grande che sia, magari da portare avanti con fedeltà, può dare senso e rendere bello il tempo che stiamo vivendo. Le possibilità sono tante: portare avanti con impegno il proprio dovere anche se non è facile (studio o lavoro), aiutare in casa, ascoltare o telefonare a qualcuno che ha bisogno, fare un gesto di carità, portare avanti il proprio gruppo, pregare ogni giorno, seguire la messa o leggere il vangelo la domenica…

Lo diceva in fondo anche la volpe del piccolo principe: Ci vogliono i riti!”. “Che cos’è un rito?” disse il piccolo principe. “Anche questa è una cosa da tempo dimenticata.” disse la volpe, “È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore. Non è banale, ragazzi: in un tempo in cui tutto è uguale, abbiamo bisogno di fare gesti di qualità, di amore semplice, che diano senso ai giorni che viviamo.

A proposito di gesti e di riti, volevo dirvi che sono molto felice che abbiate vissuto bene il momento di riflessione e preghiera di mercoledì scorso. Grazie! Sono sicuro che Gesù ha ascoltato e che le persone per cui abbiamo pregato hanno sentito la nostra vicinanza.

Il vangelo di oggi parla di Tommaso (Gv 20,19-3). Tommaso lo sentiamo sempre uno di noi, con la sua fede in crisi in un momento difficile. Ma ci sono altri aspetti simili alla nostra situazione di oggi.

Anche i discepoli, dopo la morte di Gesù, sono chiusi in casa. Hanno perso il loro maestro, colui che dava loro sicurezza, il loro punto di riferimento e hanno paura. Non ci sentiamo così anche noi? Siamo chiusi in casa, abbiamo perso riferimenti e abitudini. Ma forse per qualcuno si sono chiuse anche le porte del cuore: chiuse agli altri, perché il rischio di essere egoisti c’è sempre; magari chiuse anche a Dio, perché pregare e credere sembra inutile di fronte a tutto questo.

Poi c’è Tommaso, che non è con gli altri: è solo, si è isolato e fa ancora più fatica. Non solo non crede più a Gesù, ma non si fida neanche dei suoi amici che cercano di dargli una speranza: “Abbiamo visto il Signore!”. Anche a qualcuno di noi forse in questo periodo capita di non avere speranza, di essere stanco, di non avere fiducia in Dio e tuttavia di non voler neanche accettare uno stimolo da parte degli altri.

Però viene Gesù! Gesù trova il modo di arrivare anche se le porte del nostro cuore sono chiuse. E porta ciò di cui abbiamo bisogno: “Pace a voi!”. Dona anche a noi la pace nel cuore, Signore!

E il vangelo dice per tre volte che il segno per riconoscere Gesù risorto sono i buchi nelle mani e nel fianco: la speranza si nasconde proprio nei segni della croce. Questo significa che Dio è presente proprio lì, dove la gente soffre. Quel gesto d’amore che ha cambiato il senso del tempo, ha cambiato anche il senso della sofferenza. Non siamo più soli quando c’è il male: c’è Gesù con noi! Rimani vicino a chi soffre, Signore, perché non si senta solo. E aiuta anche noi a fare lo stesso.

Ho trovato questa canzone (link). La vita è un’occasione e domani si offrirà: resistiamo, le occasioni della vita non mancheranno. Come foglie arrese, senza più difese, nonostante il vento siamo ancora appese: forse più fragili, ma siamo ancora qui. Voglia di ricominciare, anche poco basterà: l’abbiamo tutti questa voglia, ma impariamo ad accontentarci di poco. La bellezza di un inizio: sarà bello! Ritroveremo chiuso in un cassetto un altro sogno arreso: ritroveremo i sogni che per ora abbiamo messo da parte. Ritorneremo! Promesso.

Buona domenica,

Ciao!

don Stefano 

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